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Annullata cartella di pagamento di € 50 mila!

La cartella di pagamento deve essere fondata su una pretesa creditoria chiara ed adeguatamente motivata, e cioè deve contenere gli elementi indispensabili per consentire al contribuente di effettuare il necessario controllo sulla correttezza della imposizione ricevuta (cfr. Cass., sezioni unite, sentenza n. 11722/2010).

E’ questo il principio espresso, in conformità alla giurisprudenza di legittimità, dalla Commissione Tributaria Regionale della Campania – sezione di Salerno – la quale ha accolto le eccezioni formulate, nell’interesse di un contribuente, dallo Studio Legale Vassallo: nel caso sottoposto all’esame dello Studio Legale, invero, il contribuente aveva dapprima ottenuto una declaratoria di nullità parziale di un avviso di accertamento IRPEF in senso favorevole nei propri confronti.

Successivamente a tale nullità parziale, il contribuente aveva ricevuto una cartella di pagamento che, tuttavia, non era stata preceduta dalla notifica di alcun atto di rideterminazione degli importi dovuti nei propri confronti: in particolare, la cartella di pagamento impugnata non conteneva alcun elemento utile affinché il contribuente potesse verificare la correttezza dell’iter logico con cui l’Agenzia delle Entrate era addivenuta all’intimazione del pagamento di un determinato importo.

Pertanto, correttamente i Giudici Tributari di seconde cure ritenevano che, nel caso di specie, essendo stato caducato l’originario avviso di accertamento, l’Agenzia delle Entrate avrebbe dovuto provvedere ad una vera e propria nuova determinazione dell’imposta, notificandola al contribuente, e che il nuovo computo fosse esplicitato in maniera chiara e motivata al fine di garantire il diritto di difesa al cittadino.

Annullata cartella di pagamento di € 50 mila!
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